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Come si classificano

I sistemi sanitari dell’Europa sono classificabili secondo due diverse configurazioni:  quella detta “Bismark” e quello detta “Beveridge”.  Poi abbiamo il sistema “misto” in cui vi sono elementi dell’uno o dell’altro modello. Bisogna comunque sottolineare che nessun sistema sanitario è “puro”, ossia totalmente Bismark o Beveridge, ma piuttosto si ispira ad uno dei due modelli.

Vediamo più nel dettaglio le peculiarità di queste due configurazioni di welfare

  • Bismark. Teorizzato alla fine del 1800 dal cancelliere prussiano Otto Von Bismarck che istituì un regime di leggi sociali a favore dei ceti più bisognosi. E’ però dal 1920 che tali misure si trasformano in vere e proprie politiche sociali, con assicurazioni obbligatorie contro i maggiori rischi (vecchiaia ed infortuni sul lavoro).

Questo modello è basato sul principio assicurativo che garantisce a chi lavora ed alla sua famiglia la copertura finanziaria da rischi quali la malattia, l’invalidità, la morte e la disoccupazione, in relazione al contributo versato dal lavoratore stesso.  La struttura di questo sistema sanitario è decentralizzata, di tipo mutualistico-assicurativo ad orientamento privato.

Questa tipologia di welfare, con successive modifiche e riorganizzazioni volte ad attualizzarne il contesto, ha ispirato i sistemi sanitari di alcune Nazioni quali Austria, Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Svizzera.

  • Beveridge. Teorizzato dall’economista inglese William Henry Beveridge in un rapporto presentato nel 1942 a Whinston Churchill che ne farà poi il manifesto teorico programmatico del nuovo Welfare State inglese. Alla base c’è il diritto sociale del cittadino di avere buone condizioni di vita; l’assistenza diviene generalizzata e copre una vasta gamma di rischi. Con esso vengono attuati provvedimenti volti a prevenire condizioni di povertà estrema e fenomeni di emarginazione sociale. Le risorse, ottenute ricorrendo alla fiscalità generale, vengono orientate a rispondere alle condizioni di maggior bisogno, indipendentemente dalle capacità economiche e contributive dei singoli. Su tali principi è stato costituito il Servizio Sanitario Britannico attuale.  La migliore espressione di questo modello sanitario è avvenuta  nei Paesi Scandinavi che sono incentrati sulla riduzione delle disuguaglianze in e sulla lotta alla povertà estrema. Altre Nazioni che hanno adottato il modello Beveridge sono Danimarca, Finlandia, Grecia dal 1983, Irlanda, Norvegia, Portogallo dal 1979, Spagna dal 1986.

Quale modello sanitario si è sviluppato in Italia?

Prima dell’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, vi era il Bismarck, basato su numerosi enti mutualistici. Ciascun ente era competente per una determinata categoria di lavoratori che, con i familiari a carico, erano obbligatoriamente iscritti allo stesso ente e fruivano dell’assicurazione sanitaria finanziata con i contributi versati dal prestatore e dal datore di lavoro.

Il diritto alla tutela della salute era correlato allo status di lavoratore con evidenti iniquità tra gli stessi assistiti, vista la disomogeneità delle prestazioni assicurate dalle varie casse mutue.

Gli enti mutualistici, finanziati principalmente da contributi sociali, trasferimenti pubblici, e in parte da imposte e indebitamento pubblico, finanziavano le attività di ospedali, farmacie e ambulatori. Gli ospedali venivano remunerati attraverso contratti basati sulle rette di degenza giornaliera. Province e comuni traevano le proprie risorse dalle imposte e dall’indebitamento pubblico. Alle province spettavano i servizi preventivi, tramite la gestione degli Istituti di igiene e profilassi, oltre che la gestione degli ospedali psichiatrici, mentre i comuni si occupavano dell’assistenza di base degli indigenti.

Verso la metà degli anni ’60, il sistema mutualistico entra in una profonda crisi finanziaria. L’aumento sproporzionato della spesa sanitaria, e gli ingenti debiti accumulati dagli enti mutualistici nei confronti degli enti ospedalieri, conducono all’emanazione della legge n. 386/1974, con la quale vengono commissariate le casse mutue che verranno poi sciolte. Viene istituito il Fondo Nazionale per l’assistenza ospedaliera per finanziarne la spesa  fino al 1978 quando nasce il Sistema Sanitario Nazionale e l’Italia passa da un modello Bismarck ad un sistema tax-founded e a copertura universale di tipo Beveridge.

Ispirata al National Health Service (NHS) britannico, fu la Legge 23 dicembre 1978, n. 833 che introdusse la cosiddetta “Riforma Sanitaria”.

Sarà solo la prima riforma sanitaria in Italia. Approfondiremo in modo più approfndito nei prossimi articoli. Continuate a seguirci!

Di Dott. Stefano Zanuto

Infermiere, sindacalista, appassionato di lettura e di scrittura sul web e sui social-network.