Operazione molto rischiosa ma riuscita
Un paziente dell’Ospedale di Rimini affetto da ascessi epatici per una infezione legata a calcolosi, è stato trattato con una procedura endoscopica di alta complessità e innovativa, all’Ospedale “Infermi”, dal dottor Marco Di Marco, unità operativa di Gastroenterologia diretta dal dottor Mauro Giovanardi. Si tratta di un intervento di rottura di un voluminoso calcolo del fegato mediante tecnica di litotrissia elettroidraulica intraepatica, effettuata in corso di colangioscopia mediante una tecnica innovativa in uso a Rimini – per i casi in cui ne è appropriato l’utilizzo – e necessaria per l’osservazione endoscopica diretta del sistema biliare intra ed extraepatico.
Il paziente portatore di calcolosi “difficile” del coledoco e delle vie biliari interne al fegato, aveva già subito in passato un intervento chirurgico con l’amputazione di parte dell’intestino, e presentava dunque una anatomia del fegato e delle vie biliari modificata, che rendeva a sua volta non possibile un approccio endoscopico tradizionale per il trattamento della calcolosi.
L’innovativo intervento al quale è stato sottoposto, è stato dunque compiuto in due fasi. Una prima fase diagnostico/operativa è stata diretta dall’equipe della Radiologia Vascolare (dottori Rodolfo Leurini e Rayka Femia), che attraverso un piccolo forellino della cute all’altezza del torace ha eseguito uno studio radiologico delle vie biliari e ha posizionato un drenaggio che ha ridotto il ristagno di bile nel fegato.
Nella seconda fase, due settimane dopo, il dottor Di Marco, sfruttando l’accesso transtoracico, ha eseguito l’intervento endoscopico di frantumazione del calcolo di maggiori dimensioni, responsabile della complicanza infettiva del paziente; la rottura del calcolo in più microframmenti è avvenuta direttamente sotto visione endoscopica con la tecnica della litotrissia elettroidraulica, cioè sfruttando il forte impatto che una bolla d’acqua, innescata da uno stimolo elettrico, ha prodotto sul calcolo, rompendolo.
La particolarità e la complessità dell’intervento, come spiega il dottor Giovanardi, consiste nel fatto che a causa dell’anatomia del paziente, modificata dal precedente intervento chirurgico, si è reso necessario sfruttare l’ingresso attraverso il torace per raggiungere il fegato, una via non diretta e di conseguenza più complessa soprattutto per un intervento endoscopico.
La tecnica di litotrissia elettroidraulica colangioscopica è un intervento innovativo eseguito soltanto in poche occasioni soprattutto con accesso transtoracico.
“Si è trattato di un intervento – spiega il dottor Di Marco – particolare e difficile, che ci ha permesso, insieme all’aiuto dei colleghi radiologi, di alleviare le sofferenze del paziente risparmiandogli un ulteriore e complesso intervento chirurgico che lo avrebbe esposto a rischi operatori maggiori e tempi di recupero sicuramente più lunghi”.